Oncogenomica

English version - Oncogenomics

Attività di Ricerca
Le attività incentrate su "Oncogenomica" riguardano il melanoma e perseguono le seguenti linee di ricerca.

 
1. Studio delle isoforme di BRAFV600E
Abbiamo recentemente scoperto che, contrariamente a quanto riportato nei database, non esiste una sola proteina BRAFV600E ed un solo mRNA che la codifica, ma che anzi bisogna guardare a BRAFV600E come ad un pool di proteine e mRNA di diversa lunghezza e sequenza. Al momento, stiamo usando molteplici approcci sperimentali per capire se e come ognuna di queste differenze contribuisce alla regolazione post-trascrizionale di BRAFV600E, nonché alla funzionalità della proteina. Questi studi possono avere grandi implicazioni terapeutiche, guidando lo sviluppo di nuovi BRAF inibitori ancora più “mirati” contro il loro bersaglio.
 
2. Identificazione e studio di nuovi interattori funzionali di BRAFV600E
Una volta assicuratici che nel lievito S. cerevisiae BRAFV600E umano è in grado di svolgere la sua attività chinasica, abbiamo deciso di utilizzare questo organismo modello per identificare, tramite genome-wide screening, nuovi interattori funzionali di BRAFV600E, cioè proteine che, quando assenti o over-espresse, sono in grado di alterarne la funzionalità. L’attività oncosoppressiva/oncogenica di tali proteine viene confermata in linee cellulari di melanoma e in zebrafish, utilizzando pesci transgenici che sviluppano melanomi. A seguire, studiamo la natura molecolare della relazione che gli interattori funzionali hanno con BRAFV600E, nonché la loro rilevanza nel melanoma umano. Lo scopo ultimo di questa linea di ricerca è l’individuazione di interattori funzionali che, bersagliati insieme a BRAFV600E, potenzino l’efficacia dei BRAF inibitori.
 
3. Studio dei microRNA regolati da BRAFV600E
Utilizzando la tecnica dell’RNA sequencing, abbiamo identificato un gruppo di microRNA i cui livelli variano a seguito dell’inibizione dell’attività chinasica di BRAFV600E tramite il BRAF inibitore vemurafenib. L’analisi funzionale di alcuni di questi microRNA, effettuata sia in vitro che utilizzando xenograft in zebrafish e in topi immunocompromessi, ci ha permesso di stabilire che essi modulano diversi aspetti della biologia della cellula di melanoma (abilità migratoria, pigmentazione) e conseguentemente favoriscono o inibiscono l’azione del vemurafenib. Al momento, stiamo generando un modello inducibile di melanoma in zebrafish, in modo da studiare in vivo le funzioni dei nostri microRNA. Inoltre, stiamo allestendo un modello preclinico in topo per testare se la modulazione delle funzioni svolte dai nostri microRNA può potenziare l’efficacia del vemurafenib.
 
4. Sviluppo di una nuova strategia per il delivery selettivo dei farmaci all’interno delle cellule di melanoma
Per quanto nuovi farmaci sempre più “mirati” siano continuamente sviluppati, il problema principale delle terapie oncologiche sono gli effetti collaterali, in quanto vengono colpite anche le cellule “sane”. Per ovviare a questo problema i ricercatori dedicati stanno sviluppando una nuova strategia di delivery di farmaci. Tale strategia è basata su un batterio che, nella sua forma attenuata, ha un tropismo selettivo per le cellule tumorali, sia quelle localizzate nei tumori primari, che - aspetto estremamente importante per il melanoma - quelle localizzate nelle metastasi, e può essere adattata a veicolare sia farmaci singoli che cocktail farmacologici. Al momento, stiamo testando questa nuova strategia sia in vitro (cellule in coltura) che in vivo, utilizzando un modello di topo geneticamente modificato in cui i melanomi si sviluppano in modo inducibile e tessuto-specifico.

 

Per saperne di più
dott. Laura Poliseno
email: laura.poliseno@cnr.it
ORCID ID: 0000-0001-6557-955X

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