Le donne si raccontano

Non è abituale, in una struttura di riabilitazione oncologica, chiedere ai  pazienti di scrivere la propria esperienza di malattia per  partecipare ad un “concorso letterario”.  Al Centro di Riabilitazione Oncologica (CeRiOn) di Firenze,  che offre un servizio di riabilitazione ambulatoriale, fisica e psicologica ai malati oncologici, è successo anche questo.

Circa 5 anni fa alcune volontarie del Servizio  “Donna come Prima” della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) di Firenze, hanno avuto  questa grande intuizione e mi hanno chiesto di coinvolgere i pazienti del Ce.Ri.On. in questa iniziativa.

I primi approcci sono stati difficili ed anche un po’ imbarazzanti; chiedere a soggetti comuni e, per di più malati, di trasformarsi in “scrittori” per narrare quel particolare pezzo  della propria vita in una forma così nuova di comunicazione, richiedeva tanto coraggio.

Superati i primi momenti, però, ho scoperto che gran parte dei pazienti ha bisogno e desiderio di raccontarsi, di guardarsi dentro e di ascoltarsi, di prendersi il tempo per ripercorrere tutta la propria storia e di condividerla con altri. Sembrava strano ma, di fatto, è solo la velocità del vivere attuale che ha ridimensionato quel  bisogno di raccontare al medico, “quasi come al confessore”, il  proprio percorso di malattia, e non solo di malattia; era  normale quando, nel rapporto tra medico e paziente c’erano tante meno macchine e tanti meno esami, trovare il tempo per la riscoperta “medicina narrativa” e “prendersi il tempo” per  scambiarsi  parole, gesti e sostegno umano. Scrivere compensa un po’ questa mancanza ed al CeRiOn abbiamo cercato di dare una risposta anche a questo bisogno.

Il concorso letterario è diventato negli anni uno strumento terapeutico: il narrare scrivendo è diventato uno dei tanti modi per migliorare la propria accettazione della malattia.

In questi anni molti pazienti del CeRiOn hanno partecipato al concorso con lavori veramente inaspettati e straordinari.

Inoltre molti degli operatori sanitari, che si occupano di oncologia, hanno avuto modo di scoprire ed imparare tanto dalla lettura degli scritti di questi impareggiabili pazienti.